Le prime ipotesi riguardanti il meccanismo della “memoria dell’acqua” furono proposte da alcuni ricercatori (Anagnostatos e altri) all’inizio degli anni Novanta, basandosi sulla proprietà dell’acqua di formare aggregati chiamati clatrati.
In certe condizioni (scuotimento o esposizione ad onde sonore) le molecole d’acqua possono aggregarsi formando figure geometriche complesse, al cui interno si collocano le molecole della sostanza disciolta in acqua. Si forma così una sorta di guscio o nicchia di molecole d’acqua organizzate secondo precise figure geometriche. Tale nicchia può rimanere stabile anche quando la sostanza disciolta è rimossa dalla soluzione. Quindi, dopo ripetute diluizioni e succussioni si formano clatrati vuoti che a loro volta diventano i nuclei di formazioni di altri clatrati, tutti con lo stesso pattern originario.
Gli aggregati di molecole d’acqua, clatrati, possono trasmettere informazioni mediante un meccanismo di flusso di campo magnetico che percorre i legami idrogeno-ossigeno delle strutture geometriche complesse.
La presenza di cluster (agglomerati) di molecole d’acqua è confermata da simulazioni al computer e da evidenze sperimentali. La spettroscopia all’infrarosso e la diffrazione ai raggi X hanno confermato che in natura esistono cluster di dozzine o centinaia di molecole di acqua.
L’ipotesi dei cluster implica che l’acqua sia in grado di immagazzinare e trasmettere informazioni tramite la rete di legami idrogeno.
Nanocluster di acqua mostrano di possedere frequenze di risonanza nell’ambito di 1-6 THz. Queste vibrazioni possono avere un ruolo in importanti processi biologici riguardanti la funzione delle proteine e dei microtubuli.
L’energia per l’autorganizzazione delle molecole d’acqua in cluster può venire dalla succussione della soluzione e queste nanostrutture possono continuare ad esistere anche quando le molecole del soluto sono completamente asportate mediante diluizioni progressive.
Questo peculiare comportamento delle molecole d’acqua, di formare strutture aggregate (cluster) viene accentuato dalla presenza di etanolo (alcol).
Estratto e tradotto da: High-dilution effects revisited. 1. Physicochemical aspects. Homeopathy (2014) 103, 4.21
[…] un precedente articolo abbiamo iniziato ad esaminare le ipotesi della fisica riguardanti i rimedi omeopatici ad alta […]